«Con la mia prima donazione ho vinto la paura degli aghi»

Luca Cocolli, 19enne di Massa Marittima, oltre ad aver iniziato il suo cammino di volontario è stato anche il primo nuovo donatore del 2023 dell’Avis Comunale: «Seguendo l’esempio di mia mamma ho capito quanto sia importante fare qualcosa per gli altri»

 

 

Nella vita per superare un ostacolo occorre impegno e forza di volontà. Se poi si tratta solo di una piccola paura, allora basta davvero poco. Basta un esempio positivo. Può essere descritta così la storia di Luca Cocolli, 19enne di Massa Marittima, in provincia di Grosseto.

 

Luca Cocolli_Avis Massa MarittimaLuca nel giorno della prima donazione

È al primo anno della facoltà di Economia e nelle scorse settimane ha effettuato la sua prima donazione di sangue, ma non solo. Oltre ad aver intrapreso il proprio percorso di volontario attivo, Luca è diventato anche il primo nuovo donatore del 2023 dell’Avis Comunale: «Una bella soddisfazione – commenta – che mi è servita anche a capire quanto certe paure che pensiamo di avere possano essere superate con il minimo sforzo». Lui, infatti, l’esempio di cosa significhi dedicare un po’ di tempo per compiere un gesto che aiuta tante persone ce l’ha da sempre dentro casa: «Mia mamma è donatrice e mi ha sempre spiegato quanto sia importante esserlo. Ciò che mi ha sempre frenato era la paura degli aghi».

 

Ma il mondo della donazione, e di Avis nella fattispecie, lo ha sempre accompagnato. Come racconta, «a scuola ricordo che molto spesso venivano organizzati incontri con i volontari dell’associazione che ci spiegavano cosa si dovesse fare per cominciare e a cosa servissero sangue ed emocomponenti. Prima della pandemia questi appuntamenti avvenivano con maggiore frequenza, poi per ovvi motivi tutto si è fermato».

 

Oltre agli amici, molti dei quali già impegnati in tal senso, a fornire la spinta decisiva a Luca è stato un altro fattore: «Essere donatori significa sottoporsi ciclicamente a esami del sangue e altri accertamenti, ciò vuol dire che si ha la possibilità di monitorare costantemente la propria salute. Ci ho riflettuto pensando alla malattia che colpì mia nonna e mi sono chiesto: “Perché una semplice paura dovrebbe impedirmi di fare un qualcosa di così utile per gli altri e per me stesso”? E quindi eccomi qui. Adesso che sono all’università – conclude – ho anche più facilità di gestione e organizzazione del mio tempo, senza dover saltare giorni di scuola. Ai miei coetanei dico: perché non farlo?».